digestione anaerobica

Biogas e il processo di digestione anaerobica

Nel panorama attuale, caratterizzato da crescenti preoccupazioni ambientali e una spinta sempre più forte verso la sostenibilità, il biogas e il suo processo di produzione tramite digestione anaerobica emergono come risorse chiave nel passaggio verso un’economia circolare e a basse emissioni di carbonio.

Il biogas è una miscela di gas rinnovabile, principalmente composta da metano (50-70%) e anidride carbonica (30-50%), prodotta attraverso il processo di digestione anaerobica. Questo processo avviene in un ambiente privo di ossigeno, noto come digestore anaerobico, dove i materiali organici, come rifiuti alimentari, letame, fanghi di depurazione e altri scarti organici, vengono decomposti da batteri in assenza di aria.

Con una comprensione approfondita di questi concetti e l’adozione di pratiche innovative, possiamo sfruttare appieno il potenziale del biogas come risorsa energetica sostenibile e promuovere una transizione efficace verso un’economia circolare e a basse emissioni di carbonio. Ecco perché abbiamo deciso di dedicare un articolo alla digestione anaerobica. Continua a leggere e scopri di più.

 

Cos’è la digestione anaerobica

La digestione anaerobica è un processo biologico mediante il quale i materiali organici vengono trasformati in biogas e digestato in assenza di ossigeno. Questo processo avviene in un ambiente chiuso chiamato digestore anaerobico, dove vari materiali organici come letame, scarti alimentari, fanghi di depurazione e rifiuti industriali vengono decomposti da batteri anaerobici.

Nella pratica, la fermentazione dei materiali organici avviene all’interno del digestore, dove il materiale viene mescolato e mantenuto a una temperatura costante per favorire l’attività batterica ottimale. Durante questo processo, i batteri decompongono la materia organica, producendo principalmente metano e biossido di carbonio come gas, insieme ad altri composti gassosi.

Il biogas prodotto può essere utilizzato come fonte di energia rinnovabile per generare elettricità e calore, mentre il digestato rimanente è un prodotto stabile che può essere impiegato come fertilizzante organico.

La flessibilità del sistema di digestione anaerobica permette di trattare una vasta gamma di materiali organici, consentendo così di valorizzare i rifiuti e di contribuire all’economia circolare. Grazie alla sua capacità di trasformare i materiali organici in prodotti ad alto valore, la digestione anaerobica svolge un ruolo cruciale nella transizione verso una bioeconomia sostenibile e nell’ottimizzazione delle risorse naturali.

 

Tipi di digestione anaerobica

La digestione anaerobica può essere suddivisa in tre tipologie principali in base alla temperatura: psicrofila, mesofila e termofila. Questa distinzione è fondamentale poiché la temperatura influisce sulla velocità di decomposizione della materia organica, con condizioni ottimali raggiunte durante la digestione mesofila e termofila, a circa 35 °C e 55 °C rispettivamente.

Oltre alla temperatura, un’altra classificazione significativa del processo anaerobico riguarda la consistenza della biomassa durante la digestione. Si distinguono due approcci principali: la digestione a secco e la digestione a umido. Nella digestione a secco, la biomassa presenta un contenuto di sostanza secca superiore al 20%, mentre nella digestione a umido tale contenuto è inferiore al 10%.

La digestione a umido è ampiamente diffusa, soprattutto nel trattamento dei liquami zootecnici, poiché offre vantaggi pratici e operativi in termini di gestione e manipolazione dei materiali. Tuttavia, entrambe le metodologie hanno applicazioni specifiche e sono soggette a considerazioni tecniche e ambientali nell’implementazione pratica degli impianti di digestione anaerobica.

 

Prodotti della digestione anaerobica

Una volta completata la digestione anaerobica, non si ottiene solo il biogas che, ricordiamo, è un biocombustibile gassoso. Questo biocombustibile può essere utilizzato per la produzione congiunta di energia elettrica e calore tramite un cogeneratore o per la produzione di biometano mediante appositi impianti di depurazione, consentendo la sua adozione nel settore dei trasporti come alternativa ai combustibili fossili.

Il digestato, derivato dal processo di fermentazione anaerobica, è un ammendante organico utilizzato per migliorare le caratteristiche del suolo senza l’aggiunta di nitrati tipici dei concimi minerali. Rispetto alla biomassa iniziale, il digestato presenta una composizione omogenea e un alto tenore di umidità dovuto alla degradazione biologica della sostanza secca durante il processo. Contiene una quantità significativa di azoto, fosforo e potassio, essenziali per la fertilità del suolo, e può essere impiegato come fertilizzante nelle colture agricole. La sua caratterizzazione e gestione sono regolamentate da disposizioni giuridiche e normative.

Entrambi i prodotti della digestione anaerobica, il digestato e il biogas, rivestono un ruolo significativo nella transizione verso un’economia più sostenibile, offrendo soluzioni energetiche e ambientali che promuovono la riduzione dell’inquinamento e l’utilizzo efficiente delle risorse.

 

Conclusioni

La digestione anaerobica rappresenta una soluzione innovativa e sostenibile per la gestione dei rifiuti organici e la produzione di energia rinnovabile. Tramite questo processo, i materiali organici vengono trasformati in biogas e digestato, offrendo una serie di vantaggi ambientali, energetici e agricoli.

La deviazione dei materiali organici dalle discariche riduce le emissioni di metano, un potente gas serra, e preserva i nutrienti vitali per il suolo. Il biogas generato può essere utilizzato per produrre energia elettrica, termica o come carburante per veicoli, contribuendo alla diversificazione delle fonti energetiche e alla riduzione delle emissioni di gas serra. Il digestato prodotto durante il processo di digestione anaerobica fornisce un fertilizzante naturale ricco di sostanze nutritive essenziali per il terreno. Questo permette di migliorare la salute del suolo, ridurre l’uso di fertilizzanti chimici e promuovere pratiche agricole sostenibili.

Viridis è un esempio tangibile di come le imprese possano guidare il cambiamento verso un futuro energetico sostenibile, investendo nella produzione di biogas e biometano e contribuendo alla transizione verso un’economia circolare e a basse emissioni di carbonio. Il nostro impegno nella riconversione degli impianti a biometano e nell’offrire energia verde a prezzi competitivi dimostra il potenziale delle energie rinnovabili nel soddisfare le esigenze energetiche della società moderna in modo eco-sostenibile.

 

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