impatto sociale del fotovoltaico

L’impatto sociale del fotovoltaico: un’energia che illumina anche le comunità

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Il fotovoltaico sta modificando profondamente il modo in cui energia e benessere circolano nei territori. L’installazione di impianti su tetti, aziende agricole, scuole e spazi pubblici ha attivato una dinamica nuova che unisce innovazione, consapevolezza e giustizia sociale. Non si tratta di una semplice tecnologia: si parla di una scelta collettiva che incide sul benessere delle persone e sulla vitalità delle comunità.

Gli effetti non si limitano all’autoproduzione: l’impatto coinvolge l’intero assetto economico e sociale delle aree interessate. La generazione solare consente di rafforzare l’inclusione energetica, ampliare l’accesso all’energia anche dove i servizi tradizionali non arrivano, favorire la creazione di posti di lavoro qualificati e stimolare sostenibilità comunitaria attraverso il coinvolgimento attivo dei cittadini.

Alla fine del 2023 erano attivi circa 1,9 milioni di impianti fotovoltaici sul territorio italiano, con un incremento del 20,6% rispetto all’anno precedente. L’espansione ha interessato in particolare Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, che insieme concentrano il 41% degli impianti, seguite dalla Puglia, che con il 10,9% guida il Sud. La potenza complessiva ha raggiunto 37,5 GW a inizio 2025, partendo dai 30 GW registrati a fine 2023. La produzione totale nel 2023 ha superato i 30,7 TWh, segnando un incremento del 9,2% rispetto al 2022.

Il fotovoltaico ha coperto circa il 28% dell’energia elettrica rinnovabile generata in Italia, ponendosi allo stesso livello dell’idroelettrico. Il 94% degli impianti installati ha una potenza non superiore a 20 kW, con una distribuzione fortemente residenziale, anche se tali installazioni contribuiscono solo per il 29% della potenza complessiva. Il restante 71% proviene da impianti di media e grande scala, che costituiscono il 6% del totale per numero.

Comunità energetiche e impatto sociale condiviso

L’emersione di comunità energetiche basate sul fotovoltaico ha avviato processi reali di rigenerazione locale. Gli impianti non servono solo a produrre elettricità, ma a coinvolgere famiglie, istituzioni e imprese in percorsi condivisi di gestione delle risorse.

Iniziative come quella della Comunità Energetica Solidale di Napoli Est, nel quartiere San Giovanni a Teduccio, lo dimostrano. Con un impianto da 53 kW che produce circa 65.000 kWh all’anno, 40 famiglie in condizioni di fragilità sociale hanno potuto ridurre le spese energetiche, partecipare a un modello inclusivo e beneficiare di risparmi stimati in 300.000 euro in 25 anni. L’energia è stata trasformata in strumento di dignità, coesione e crescita.

Il progetto GECO di Bologna, attivo nel quartiere Pilastro-Roveri, coinvolge 7.500 abitanti e un’area produttiva di 200.000 m². Prevede l’utilizzo di 8 impianti da fonti rinnovabili per una potenza complessiva di 15.000 kW, abbinati a sistemi di accumulo. Il coinvolgimento di Università, ENEA, cittadini e imprese ha dato vita a una rete in grado di condividere conoscenze, produrre risparmi e stimolare l’educazione ambientale.

Nel Pinerolese, il Consorzio Pinerolo Energia ha attivato una comunità che riunisce 162 impianti, tra cui 144 installazioni fotovoltaiche private. La produzione annua prevista è pari a circa 16,9 GWh, in grado di soddisfare il fabbisogno di numerose utenze locali. A Biccari, in provincia di Foggia, 200 kW di impianti installati su edifici pubblici stanno coinvolgendo circa 70 famiglie, generando risparmi energetici e maggiore consapevolezza. In provincia di Lodi, i comuni di Turano Lodigiano e Bertonico hanno avviato la comunità Solisca, con 5 impianti pubblici che producono circa 50.000 kWh l’anno. Anche in comuni più piccoli come Magliano Alpi, in Piemonte, due impianti fotovoltaici alimentano edifici pubblici e privati, supportati da sistemi intelligenti di monitoraggio dei consumi.

La Comunità Energetica “Common Light” di Ferla, in Sicilia, promuove un modello economico che reinveste i proventi per installazioni future. L’iniziativa RECOCER in Sardegna ha coinvolto 15 comuni e circa 50.000 abitanti, favorendo l’autoconsumo collettivo e sostenendo l’indipendenza energetica delle aziende agricole locali. Tutti questi esempi dimostrano come l’equità energetica si costruisca attraverso strumenti concreti, capaci di generare benefici duraturi e diffusi.

Off-grid e accumulo: autosufficienza e resilienza reale

Molti impianti fotovoltaici oggi vengono abbinati a sistemi di stoccaggio e configurazioni off-grid. Non si tratta semplicemente di una preferenza tecnologica, ma di una scelta per garantire autonomia energetica locale a famiglie e attività produttive che desiderano ridurre la dipendenza da forniture esterne.

Le batterie consentono di accumulare l’energia prodotta durante il giorno e renderla disponibile quando serve, come nelle ore serali o in condizioni meteorologiche non favorevoli. Questo approccio migliora la continuità operativa e protegge da interruzioni, blackout o oscillazioni di prezzo nelle ore di picco.

Nel settore agricolo, l’impiego del fotovoltaico abbinato all’accumulo è sempre più diffuso. Le aziende utilizzano l’energia prodotta per alimentare macchinari, impianti di irrigazione, serre e sistemi di refrigerazione, riducendo l’uso di carburanti fossili e abbattendo i costi.

Le serre fotovoltaiche, in particolare, coniugano esigenze agricole e produzione elettrica. I pannelli semitrasparenti permettono la fotosintesi e allo stesso tempo generano energia sufficiente per coprire parte dei consumi della struttura. Questo modello garantisce sostenibilità comunitaria, rafforza la produttività e migliora le condizioni ambientali.

L’evoluzione delle batterie al litio ha reso il fotovoltaico più stabile e performante. Tecnologie di load shifting permettono di spostare i consumi nelle fasce orarie in cui l’energia è più abbondante o meno costosa, contribuendo alla riduzione delle spese. Il fotovoltaico con accumulo diventa così uno strumento per affrontare le sfide quotidiane con maggiore flessibilità e consapevolezza.

Cultura dell’energia e opportunità diffuse

Ogni impianto fotovoltaico attiva una catena di conoscenze, partecipazione e formazione. Le scuole, gli enti locali e i cittadini che prendono parte a progetti di produzione energetica sviluppano maggiore attenzione verso le risorse naturali e adottano comportamenti più responsabili. Il coinvolgimento diretto favorisce l’educazione ambientale e stimola una cultura basata sulla trasparenza, sulla condivisione e sull’impegno collettivo. L’energia smette di essere un bene distante e impersonale: diventa uno strumento concreto per rafforzare legami sociali, migliorare la salute pubblica e sostenere modelli produttivi più inclusivi.

I vantaggi si riflettono anche sul piano economico. L’installazione di un impianto fotovoltaico consente di risparmiare, valorizzare gli edifici e ottenere ritorni nel tempo, grazie a meccanismi fiscali come il 50% di detrazione in 10 anni o il Superbonus 110%.

La creazione di posti di lavoro nel settore – dalla progettazione alla manutenzione – offre prospettive concrete di impiego, in particolare per i giovani e per le realtà territoriali in cerca di rilancio. A gennaio 2025, nonostante un calo del 36% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, sono stati allacciati 419 MW di nuova potenza fotovoltaica. Anche se il mercato ha registrato un rallentamento temporaneo, la base installata continua a crescere e dimostra una tenuta solida.

Ogni impianto, ogni comunità energetica, ogni famiglia che produce energia avvia un percorso verso l’equilibrio tra benessere e responsabilità.

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