Fotovoltaico su terreno agricolo: i requisiti di idoneità
Installare un impianto fotovoltaico su un terreno agricolo non utilizzato è un ottimo investimento. Infatti, consente ai proprietari di guadagnare più di 2000 euro all’ettaro ogni anno. L’importante è scegliere il giusto investitore, affidabile e trasparente, che si occupi della valutazione del terreno, dell’installazione dell’impianto e anche della rimozione dei pannelli in caso di cessione del contratto.
Viridis, in questo senso, è una solida società che dal 2010 porta avanti la missione di produrre energia elettrica in modo sostenibile, offrendo al contempo ai proprietari di terreni agricoli inutilizzati una nuova opportunità di guadagno. Viridis Energia, è protagonista della transizione energetica che vedrà la progressiva sostituzione della produzione da fonte fossile con quella rinnovabile. Non esitare a contattarci per maggiori informazioni.
Una volta accettato di collaborare con noi, dovrai affrontare una serie di passaggi prima di cominciare a guadagnare attraverso l’affitto del tuo terreno agricolo. La prima fase del processo di installazione è la valutazione del terreno stesso. Un nostro perito esperto si recherà presso la tua proprietà per assicurarsi che presenta tutti i requisiti necessari per l’installazione dei pannelli e per ottenere il massimo delle performance.
Fotovoltaico su terreno agricolo: Criteri per la valutazione
Innanzitutto, il terreno deve essere abbastanza ampio affinché possa consentire di produrre la quantità ottimale di energia solare. Di solito sono richiesti più di 10 ettari, anche se a volte ne bastano anche 8. Dipende molto dall’investitore con cui si entra in contatto.
Ci sono però delle eccezioni: in alcune regioni, che prevedono la PAS (Procedura Abilitativa Semplificata), come Lazio, Abruzzo, Molise, Friuli Venezia Giulia e Sicilia, sono accettati anche terreni da 3 ettari. Altra eccezione alla regola dell’ampiezza minima riguarda i terreni industriali, a scopo commerciale, ex discariche bonificate e simili. Anche in questo caso è possibile installare un impianto fotovoltaico su un terreno di un ettaro.
Se il terreno rientra nelle dimensioni richieste, bisogna poi passare a valutare il suo grado di esposizione al sole. Infatti, non vi devono essere piante o altri ostacoli che si frappongano tra i pannelli e le radiazioni solari. Altro requisito è la pendenza del terreno: in questo senso, i periti sono molto severi, in quanto è richiesta una superficie pianeggiante, non montuosa, e che rientri nei valori numerici di pendenza individuati come ottimali per l’installazione di un pannello solare.
Il motivo è che spesso si installano pannelli dotati di un particolare movimento che segue la luce del sole per ottimizzare l’acquisizione di energia, procedura che su terreni troppo pendenti non funziona.
Per essere più precisi, dichiariamo che l’esposizione ottimale su terreni pianeggianti o leggermente collinari rivolti verso sud, con una pendenza massima del 10%.
Gli esaminatori si concentrano anche sulla morfologia del terreno destinato al fotovoltaico. Di solito vengono accettati terreni ad uso di pascolo o seminativo in quanto presentano delle caratteristiche del terreno ottimali. Nel caso in cui sul terreno vi siano delle coltivazioni, bisogna procedere con un’operazione di espianto.
Ultimo criterio per la scelta di un terreno su cui investire per l’installazione di un impianto fotovoltaico è la sua distanza dalla cabina di allaccio alla rete elettrica nazionale. Infatti, qualora questa sia troppo lontana, l’investitore dovrà investire del denaro per costruire dei collegamenti, una spesa troppo poco conveniente.
La cabina di allaccio non deve distare a più di cinque chilometri dal terreno prescelto. Ovviamente, bisogna calcolare che più il terreno è ampio e più la cabina sarà lontana dall’impianto.
Per concludere questa rassegna dei criteri per la valutazione dell’installazione del fotovoltaico su terreno agricolo, ricordiamo che non deve rientrare all’interno di aree vincolate individuate dai PPR.
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